Da
qualche giorno sto partecipando ad alcune iniziative culturali promosse dal
comune di Gijón. Sembrerebbe che stia pubblicizzando l’amministrazione locale!
In realtà, vivendo la città sia da turista che da abitante, sto apprezzando le
tante attività offerte e usufruendo dei servizi che questa città propone ai giovani.
Gijón,
infatti, vanta un ottimo servizio per il pubblico giovanile. L’ufficio della
gioventù è un centro nel quale poter frequentare dei corsi ed essere indirizzati
nel mondo del lavoro, migliorando i propri curricula, partecipando a
simulazioni di colloqui in lingua madre e inglese. Un centro che aiuta i ragazzi
a sviluppare una propria identità, a costruire un profilo, svolgendo anche
attività di volontariato.
Da
qualche settimana ho scoperto questo fantastico servizio e la sua agenda ricca
di eventi piuttosto interessanti. Oltre ai corsi a cui mi sono iscritta e ai
quali ho già partecipato, ho avuto l’opportunità di conoscere due giovani
“artisti” spagnoli miei coetanei.
Olga
Benito è una ragazza di Barcellona che suona l’arpa da quando aveva 6 anni. Il
suo talento musicale è stato riconosciuto da diversi premi ricevuti e dalle
tante occasioni nelle quali ha suonato in orchestra o come solista. In
occasione dell’evento “Los Conciertos del Museo” ho avuto modo di ascoltare,
insieme alle mie amiche, Lucia e Estela, la sua musica e apprezzarne le sue
eleganti note. Il contesto, come già lascia alludere il titolo dell’evento, era
particolarmente affascinante.
Tre arti che si incontrano in un unico evento, la
musica, la pittura e l’architettura.
Il concerto si è tenuto, infatti,
all’interno del Museo Jovellanos, nel quale si espongono quadri che vanno dal
realismo ottocentesco asturiano fino ad alcuni olio su tela e sculture
contemporanee. Il tutto situato all’interno di una cornice quattrocentesca, rappresentata
dalla casa della famiglia Jovellanos, collocata nella parte storica della
città, Cimadevilla.
Il
concerto è stato molto piacevole, la saletta a noi destinata era completamente
occupata, segno che il pubblico gijonese partecipa attivamente a queste
iniziative. Olga ci ha deliziato con delle sinfonie di F. Alfonso, P.
Hindeminth, D. Watkins e di altri compositori.
L’arpa
e la sua fedele amica, vestita di colore nero, con pallette sbrilluccicanti
attiravano l’attenzione di tutti gli spettatori, anche se gli sguardi alcune
volte si spostavano verso le opere d’arte che ci circondavano. Le mani
dell’artista si muovevano freneticamente e davano l’impressione di suonare simultaneamente
due strumenti diversi.
Un bimbo con il maglioncino azzurro cielo, posto in prima fila, ad un tratto attirò la mia attenzione. Capelli corti, occhi grandi, nasino a patatina, bocca spalancata, guardava intensamente l’artista e ne ascoltava la sua musica stupito. Sguardo verso l’alto, verso il centro, verso il basso, chissà cosa guardava, forse le sue mani, forse le corde dell’arpa, era talmente concentrato che girandomi attorno mi sembrava l’unico che capisse realmente di musica.
Al
termine del concerto, tutti i bambini sono andati attorno all’arpa a toccarla,
gli adulti parlavano con Olga, segno che tanta eleganza e distacco definito dai
canoni classici era smorzato dal suo essere giovane, alla mano, chiacchierando
con il suo pubblico e dando anche brevi informazioni su questo strumento
eccezionale.
In
alcuni momenti del concerto, chiudendo gli occhi, mi sono totalmente isolata
dal contesto e ho solo ascoltato la musica. Adesso, se li richiudo e mi
concentro in quel momento specifico, riesco nuovamente avvertire quelle note
dolci ed aspre, che potrei solo paragonare alla bellezza di un cigno e al suo
suono aggressivo e pungente.
To
be continued…