lunedì 4 maggio 2015

Un viaggio di vita – Buon “Dìa de la Madre” a tutte!

Ciao a tutti, purtroppo o per fortuna importanti scadenze e impegni lavorativi, ai quali non potevo sottrarmi, mi hanno tolto il tempo da dedicare a questo blog.

Oggi, in Spagna si festeggia “El dìa de la Madre”, una festa molto sentita da queste parti! Mamme e bambini che camminavano abbracciati per le strade e i lungomari di Gijón; foto su facebook delle mie amiche con le rispettive madri, con dediche che ricordano il valore che ricopre ognuna di loro nella nostra vita; uscite pomeridiane il giorno prima della festa, alla ricerca disperata del regalo perfetto! 

In questi mesi, molte persone, tra amici e amiche, coetanei e non, mi hanno chiesto come si riuscisse a viaggiare in solitaria e a vivere un’esperienza all’estero quando non conosci nessuno. All’inizio di questa esperienza, la mia opinione era completamente diversa. Quando si decide di fare un viaggio da soli o si sceglie di emigrare per lavoro o per studio, forse non si è completamente coscienti di ciò a cui si va incontro.
A me, personalmente, mi accompagna una forma di “apatia”, così mi piace chiamarla, che mi ha guidata in qualsiasi esperienza fuori casa abbia fatto nella mia vita. Tutta la precisione nel pianificare gli studi universitari, le esperienze lavorative, i progetti di vita, scompare completamente poco prima di viaggiare, trasformandosi in completa disinvoltura. Biglietti non stampati, check-in non necessariamente svolti, valige da ultimare, mezzi di trasporti da prendere nella nuova città, sommariamente studiati. Non vorrei dare l’idea di essere disorganizzata, anche se così può apparire, mi definirei più una persona a cui piace affrontare, almeno in queste poche occasioni, le cose in maniera più istintiva, lasciandosi trasportare dalla casualità. Anche perché più volte, mi è capitato di cambiare in corso, i piani che avevo predisposto, come visitare un posto piuttosto che un altro; perché solo camminando ti accorgi della realtà (ovviamente consiglio a tutti di essere un minimo informati, per sapere ciò che la città può offrire) o prendere un autobus piuttosto che un altro; perché solo parlando con la gente del luogo ti rendi veramente conto se lo studiatissimo piano logistico può realmente essere, non dico quello corretto ma quanto meno quello più efficace.

Adesso, per non fare spaventare mia madre, che sa che domani andrò a Madrid da sola, vi assicuro di aver cercato su google maps quale mezzo prendere per arrivare dalla Estaciòn Sur al B&b prenotato. Ma non ho la certezza che prenderò realmente questo!

Ritornando al discorso iniziale, l'idea di affrontare un viaggio “di vita” da soli può spaventare. Improvvisamente non si ha più la compagnetta di banco che ti tiene la mano, i tuoi genitori che ti indicano la strada o che si preoccupano su come attraversi sulle strisce pedonali. Tutte queste cose fanno parte del gioco e contribuiscono ad una crescita.

Una mia amica colombiana, trasferitasi a Torino per gli studi, una volta mi ha detto che a poco a poco si inizia ad apprezzare anche il viaggiare e visitare da soli, poiché si è liberi di visitare ciò che più si vuole, senza dover scendere a compromessi. Questa osservazione mi ha fatto riflettere e in più delle volte ho cercato di farmi accompagnare da questa massima e sentirmi completamente libera di visitare quello che volevo, senza avere limiti di tempo e di scatti fotografici! Ma come in tutto, c’è sempre l’altra faccia della medaglia, chi è che vuole veramente viaggiare sempre da solo senza poter condividere l’esperienza del viaggio con qualcuno?

Per questo motivo, nei viaggi che ognuno di noi decide di fare, si ha l’opportunità e la fortuna di incontrare gente che in altri casi non avrebbe l’occasione di poter conoscere. Mi riferisco alle tante persone incontrate qui in Spagna, preziose coinquiline-amiche, amici e amiche delle amiche, conoscenti-amiche che dopo un corso o una conferenza ti offrono il loro aiuto. Persone con cui sto trascorrendo dei piacevoli momenti di vita, superando gli ostacoli e dai quali sto apprendendo cose nuove e ricevendo un affetto che neanche avevo immaginato.

In ogni esperienza all’estero, occorre sapere affrontare le opportunità offerte anche in solitudine. Questa è sicuramente una delle cose più formative che si può ricevere da questa esperienza. Iniziando a conoscere i posti camminando in solitaria, ammirando le bellezze soltanto con il proprio punto di vista e condividendolo successivamente con gli altri, visitando e partecipando attivamente alle proposte offerte dalle associazioni e dalle amministrazioni locali, vivendo la quotidianità di un posto (casa-lavoro-casa-uscita-casa), concedendosi piacevoli ore destinata al benessere fisico e al relax, facendo propria e realmente propria un’esperienza unica.

Per cui a tutti quelli che dicono, no non è una cosa per me, non sarei capace, ma come fai? Io vi assicuro che i momenti di tristezza e di solitudine ci saranno, ma saranno subito dopo accompagnati da una carica e positività offerta dagli incontri che forse solo in queste circostanze siamo disposti a fare!


Adesso, è l’una e mezza e dovrei veramente mettere solo le ultime cose in valigia, mmm pensiamo un po’, solo dei vestiti un po’ più classici per la conferenza a cui devo partecipare, infradito da doccia, accappatoio, pigiama, trucchi, cibo, fotocamera, libro per viaggio, va beh come al solito devo andare ad ultimare la valigia per il viaggio di domani! Ops, non avrei dovuto dirlo! Mamma fai finta di non aver letto questa parte e buon “Dìa de la Madre” spagnolo ad una donna che mi ha insegnato a viaggiare e a vivere con curiosità le esperienze interculturali.