Da quando sono ritornata a Torino mi è capitato di rimanere ferma nello stesso posto solo per pochi giorni. La scorsa settimana, infatti, il mio tutor del dottorato, il professore Maurizio Carta, mi ha proposto di andare ad una conferenza a Trento e a Bolzano, dove ci sarebbero stati Kengo Kuma e Carlo Ratti, due dei più importanti architetti della contemporaneità. Come poter dire di no! E diciamoci la verità, a me piace proprio tanto questo tipo di avventura! Accetto l’invito e cerco il modo più sostenibile per arrivare e pernottare a Bolzano.
Mi viene in mente Couchsurfing, una modalità geniale per viaggiare e spendere pochissimo, uno stile di vita differente, dove la condivisione sta alla base dell’esperienza. Mi metto in contatto con una certa Elena (nome di fantasia), una ragazza polacca ormai ambientata a Bolzano e che lavora in un hotel in montagna. Nonostante la distanza dal posto di lavoro decide di ospitarmi a casa sua. Non ho mai fatto un’esperienza con couchsurfing, ma mi ha sempre incuriosito questa disponibilità delle persone nell’ospitare altri couchsurfer e non, per il solo piacere di condividere esperienze. Fin da ragazzina ho avuto una certa curiosità per le altre culture, a 10 anni ho fatto la mia prima esperienza all’estero da sola e a 13 avevo già deciso di frequentare un liceo europeo che mi permettesse di viaggiare ed ospitare gente dal mondo a casa mia. Forse, è proprio la possibilità di condividere dei momenti della quotidianità insieme a persone provenienti da posti differenti dai nostri una delle parti più interessanti del viaggio in sé. Così, mi metto in contatto con questa ragazza e decidiamo di vederci direttamente in serata lì a Bolzano.
Parto la mattina presto da Torino con Blablacar. In macchina eravamo in quattro, un ragazzo di Milano, uno pugliese, io e una ragazza piemontese. Iniziamo a chiacchierare del più e del meno, luoghi di provenienza, lavoro, studio, mentre alla mia destra scorre, come in un film di Sean Penn, il paesaggio padano. La pianura si sa, è infinita; immense distese di terreni inframezzati da centri urbani e antiche cascine. Un paesaggio malinconico, per chi come me è abituata ad avere sempre come riferimento la montagna, ma allo stesso tempo suggestivo e inebriante. Superando Milano e proseguendo verso il Trentino, il paesaggio inizia a mutare. La tanto desiderata montagna appare, passiamo in una vallata, non so bene dove fossimo, ma ricordo benissimo la bellezza di quel monastero incastonato come un diamante nella roccia. Un gioiello, testimonianza di come si può fare architettura integrandola perfettamente nel suo paesaggio naturale.
Arrivati a Bolzano saluto i miei compagni di viaggio ed entro nell’hotel Sheraton, dove si sarebbe tenuta la prima giornata di conferenza. Sono stati affrontati diversi temi, si è parlato di bioarchitettura, di rigenerazione urbana, di sistemi di governance. Kengo Kuma ha trattato il tema della resilienza e di come l’architettura debba essere pronta a reagire in caso di eventi catastrofici. Durante la conferenza si è posto l’accento sulla questione della gestione delle risorse comuni e condivise, sullo sviluppo di strategie di governance collaborative e policentriche. Si è parlato di Co-city e Sharing City, di civic innovation e di nuove modalità di coinvolgimento dei progettisti per ripensare i luoghi abbandonati delle città e riqualificarli attraverso azioni innovative.
Al termine della giornata una gustosa cena a base di canederli in brodo, speck e polenta era lì ad aspettarci. In questa atmosfera calda e conviviale, tra risate e schiamazzi, sorseggiando del buon vino rosso e deliziando le papille gustative con i sapori intensi e decisi della cucina tradizionale trentina, abbandono la mia mente al fluire dei pensieri; ripenso alla giornata vissuta e alla meravigliosa opportunità che stavo vivendo. Non tutti i neolaureati in architettura d’Italia hanno la fortuna di incontrare menti celebri dell’architettura contemporanea, tanto meno di scambiarci qualche parola o addirittura cenarci insieme. Momenti di assoluta vivacità, arricchiti da contaminazioni culturali e scientifiche, da nuove conoscenze e incontri di viaggio stimolanti.
La giornata si era conclusa nel migliore dei modi, adesso mi aspettava solo una nuova avventura, dormire a casa di Elena di couchsurfing!
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