Il giorno seguente, nella prima parte della giornata, io e Iradi
(nome di fantasia) abbiamo frequentato due corsi diversi, scelti al momento
dell’iscrizione. Al termine dell’evento, abbiamo fatto una passeggiata insieme,
Iradi mi ha fatto da cicerone per la città e il lungomare è stato la prima
meta.
La sabbia color giallo calcarenite, il mare verde-azzurro con leggere increspature dal colore bianco opaco, il vento che soffiava sulla scultura in corten del Chillida, il verde bruno della vegetazione posto ai limiti della costa, il bianco acceso delle panchine e dei lampioni posti sul lungomare e il rosso-arancio degli edifici dal linguaggio poco ortodosso posti a ridosso del mare, solo pochi dettagli dei colori di quel venerdì.
Si è avvicinata l’ora del pranzo, le quattro del pomeriggio. Per
un’italiana questi ritmi sono davvero duri! Dopo la cena del giorno prima a
base di pinchos, abbiamo deciso di
trattarci ancora meglio ed entrare in un locale in cui poter ordinare il menù
proposto. Dopo aver letto e tradotto tutti i piatti offerti dal ristorante, ho
scelto di mangiare (stavo per scrivere comer :)) un bel revuelto, ben diverso da quello mangiato
dai cugini salamantini! Nei paesi baschi, l’uovo è quasi crudo, stesso livello
di cottura constatato nella tortilla.
Come secondo scelgo un bel piatto di
baccalà su un letto di patate e pimenton
del piquillo, un peperone particolarmente piccolo e carnoso, una vera
squisitezza! Infine, come dolce non poteva mancare il pastel vasco, torta tipica della zona a base di crema pasticcera.
Per riuscire a smaltire quanto mangiato in questi due giorni, decido di
accettare l’invito di Iradi e di visitare il paese in cui vive.
Zumaia è un pittoresco
comune situato a 40 minuti di distanza da San Sebastián, è caratterizzato dalla
forte vocazione sportiva. È una cittadina dalle passerelle in legno dal quale
osservare da vicino le zone palustri della città e la foce del fiume Urola, un
centro in cui poter camminare e apprezzare le piccole dimensioni, le differenti
altezze definite dal colle in cui si trova la zona antica e la pianura del
lungomare. È una cittadina in cui poter ammirare le onde del mare che si
infrangono all’orizzonte, un luogo in cui poter ascoltare il suono del mare
accompagnato dallo scricchiolio del legno delle barche adagiate sulla riva e
dal suono dei remi scandito dal “Oooeh…Oooeh” degli istruttori delle tante
canoe che si muovono lungo il fiume.
Zumaia è soprattutto nota, anche se non a
tutto il pubblico di turisti, per un eccezionale tesoro geologico, il Flysch. Si tratta di una meraviglia
della natura, definita da più strati di sedimentazione, di notevole importanza
per gli scienziati poiché in ogni strato di essa è possibile studiare una fase
storica della terra. In particolare, il flysch
di Zumaia, risale all’epoca dell’eocene.
È uno scenario che come bellezza
geologica posso solo paragonare alla cascata islandese Svartifoss, un paesaggio
da sublime kantiano. Da sempre ho avuto un amore per tutto ciò che
rappresentasse, fossili, minerali, pietre, rocce, sabbie, un “non so che” che
mi porto fin da piccola, quando raccoglievo le “pietruzze” del mare e che mi
trascino fino ad ora, arrivando addirittura a creare souvenir con la sabbia
nera brillante islandese, una passione, una traccia della mia perenne e
nostalgica condizione di bambina.
Al termine della giornata, è arrivata l’ora di salutarci, per
ricordarci di questi momenti trascorsi insieme ci siamo scambiate due cartoline
rappresentative dei luoghi visti in questi tre giorni e nelle quali abbiamo
scritto dei nostri pensieri.
L’amicizia che ci lega, come mi ha scritto Iradi
via messaggio, è un’amicizia che rimarrà senza dubbio a prescindere dalle
distanze geografiche.
Ritornata a San Sebastián, i colori e le musiche del carnevale,
gli abitanti e i turisti, i ragazzi e gli adulti in maschera che giravano per
le strade della zona antica, la sfilata dei carri con coreografie dai colori
scintillanti, mi hanno regalato una cartolina della città che difficilmente
potrò dimenticare.