Ho
interrotto la quotidianità gijonese per concedermi qualche giorno in una delle
cittadine più ambite dagli studenti europei: Valladolid.
Valladolid
è una città della regione Castilla y Léon, fu la capitale della Spagna tra il
1601 e il 1605, luogo di passaggio di due tra i più celebri personaggi della
storia, come Cristoforo Colombo e Miguel Cervantes, sede di una delle più
antiche università spagnole.
Ogni
anno Valladolid ospita numerosi studenti con la voglia di imparare una nuova
lingua, potenziare quella già studiata, conoscere un altro metodo d’insegnamento
universitario e far amicizia con ragazzi provenienti da differenti nazioni.
L’Erasmus, anzi la filosofia Erasmus affascina i giovani da differenti
generazioni, si tratta di un’emozione unica dicono in molti. C’è chi pensa che
corrisponda a “vivere tutta la propria vita in un unico anno”, chi afferma di
aver iniziato un viaggio nella propria interiorità oltre che in un altro paese,
chi sostiene che non si possa descrivere un’emozione come questa, poiché la si
deve vivere per poterne comprendere il significato. L’Erasmus consente ai
giovani di potersi confrontare con se stessi e con gli altri, permette di
vivere la prima esperienza fuori casa, per chi non l’ha mai vissuta, di
approcciarsi a nuove abitudini, culture e modi di pensare. Grazie all’Erasmus,
moltissimi giovani come me hanno trovato la propria identità in un posto
lontano da quello d’origine, hanno stretto contatti con studenti e docenti di
altre università, hanno amato o odiato il loro metodo di insegnamento. Questa
esperienza consente di vivere la vita con più leggerezza, abbandonando gli
schemi che fin dalla nascita si è abituati ad osservare, permette di aprire gli
orizzonti o di chiuderli. La vita da studente Erasmus offre talmente tante
emozioni da causarne a volte una malattia, chiamata depressione post-Erasmus. Il
fatidico ritorno a casa, spesso causa un disorientamento, quello che prima
soddisfaceva adesso non è più tanto affascinante come prima, la libertà
conquistata comincia ad essere negata dai ritmi ripresi. Ovviamente, non sempre
questo accade, molti riescono a mantenere il giusto distacco da non esserne
completamente travolti. La mia esperienza da studente Erasmus qui in Spagna, si
è limitata a soltanto 4 giorni, ho avuto modo di vivere la bellezza di una
città come Valladolid, di conoscere altri ragazzi anche se per un periodo molto
limitato, di partecipare ad una festa Erasmus-style e di visitare più mete
possibili in un tempo veramente ma veramente molto breve. La vita Erasmus,
consente anche questo, conferisce un’energia che non si crede di poter avere.
Come mi hanno raccontato alcuni ragazzi conosciuti durante l’università, in
Erasmus si è dei supereroi, si riesce a studiare durante il giorno e uscire e
stare svegli fino a notte inoltrata, pur di vivere al 100% questa esperienza.
Esiste anche un’associazione ESN (Erasmus Student Network) che accoglie gli
studenti Erasmus, organizza attività, gite low
cost e feste per garantire una completa integrazione.
Durante
questa breve permanenza a Valladolid, ho avuto modo di visitare alcune
cittadine della zona, conosciute per il loro magnifico patrimonio storico-artistico, ma ne parleremo la prossima volta!
To
be continued…
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